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La scuola secondo Recalcati.

 

“L’insegnante deve essere erotico”. Così ha esordito Massimo Recalcati nell’incontro organizzato all’interno del “Premio Chiara”, presso il teatro Castellani di Azzate, nella serata di mercoledì 3 ottobre 2018.
Argomento, la scuola; platea gremita, attenta e, alla fine, sedotta.

 

L’insegnate deve essere erotico nel senso che deve trattare la propria disciplina come un corpo amato, e da fare amare al pubblico degli studenti. Il transfert docente – discente deve instaurarsi come un rapporto amoroso, dove lo studente interagisce con il maestro e non si limita – come capita spesso – a farsi contenitore del sapere del professore. Solo così, attraverso una passione erotica per ‘quel libro’ per ‘quella materia’ ogni insegnate lascia nella vita dello studente un segno, una traccia.

 

Con affabulazione ipnotica e tono della voce suadente, Recalcati ha proposto alla platea la sua ricetta per la scuola.

 

Un luogo dove la cultura è innamoramento, confronto, eterogeneità; dove sarebbe giusto che i docenti meritevoli guadagnassero in stipendio e in prestigio (eroici i bravi insegnanti che per pochi soldi formano con eros le future generazioni).

 

Una scuola che non sia solo fonte di regole, ma che abbia anche una forte fiducia nelle potenzialità degli studenti.Infatti, non si può regolamentare tutto; financo, deve essere consentito al discente lo spazio anche per un eventuale errore. In fondo, il buon insegnate è colui il quale dà un modello, con il suo esempio, di comportamento e di coerenza.

 

Così, fra un riferimento a Freud e un altro a Lacan, ma anche attingendo a momenti più personali del Recalcati marito – padre – docente universitario, il tutto condito con ironici cenni sulla propria esperienza di alunno di agraria poi catapultato, da studente universitario, nella possente filosofia hegeliana, ecco gli ultimi suggerimenti didattici del Relatore.

 

Primo: attirare l’attenzione degli studenti. Insegnare è dialogo, dialettica. Bisogna saper catturare l’attenzione degli alunni con eros, appunto. E ciò si ottiene solo con la sacralità del silenzio e della concentrazione. Senza di esse la materia diventa sterile; la fatica, vana; il tempo, perduto.

 

Secondo: saper sfruttare a proprio vantaggio didattico anche quegli inconvenienti, quei contrattempi che l’insegnante non riesce ad evitare. Da lì partire per chiarire che il professore non sa e non può sapere tutto. “Bisogna sapersi mostrare nudi”, perché quella imprecisione, quel non detto daranno modo agli studenti di imbastire un’autonoma ricerca, che sarà ancora più proficua della lezione stessa.

 

Applausi. Anche alla capacità erotica di Recalcati.

 

 Enrico Brusaioli

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